"impro"

2013-04-30 by

ieri mi sono ricordato di quella lunga estate di un paio di anni fa in cui ad Avellino è andato di moda nei locali il cosiddetto genere “impro”, con tutte le sue poliformi varianti tipo “impro-jazz”, “impro-noise”, “impro-babil”, “impro-ponibil” e chi ne ha ne metta.

per il gestore del locale indubbiamente un’ottima idea: dare una tromba o una chitarra in mano ad un passante ubriaco e, senza doverlo per questo pagare, farlo attorniare di un pugno di wannabe-ubriachi paganti.

non so bene il perché, ma assistere a quegli “spettacoli” era ottundente più o meno come lo scorrere foto su di un tablet col ditino al ritmo di 2 foto al secondo: stavi lì ad osservare senza capire, forse domandandoti se fóssi tu l’unico a non capire o semplicemente tu l’unico non-ebbro/non-fumato/non-qualcosa. sembrava di assistere ad una sòrta di nouvelle-vague in forma musicàle, con l’aggravante di esserci fisicamente e quindi di respirare fumo (di varia natura) ed alcool.

di quell’estate non resta molto: colòro i quali hanno dato vita a questo momento “impro” sono tornati a fare quello che facevano prima (indovinate; non certo suonare); alcuni di loro forse sono già stati piazzàti in banca o presso lo studio del padre, non saprei; per saperlo dovremo restare in attesa della prossima moda musicàle per fare l’appello e vedere chi manca.

dopo essere passàti perlopiù indenni attraverso la moda della techno minimale “suonata” da noi giovani universitari che giriamo le rotelline di Ableton Live e questo delirio “impro”, ci è toccato poi farci largo tra le tribute band. con i sempre più ristretti spazi offerti alla musica live oggi in città, a quanto pare il presente è il cantautoriale acustico e la sperimentazione in forma di duetto o trio (due bassi e batteria, due batterie e corno francese, radiofrequenzimetro e peretta da clistere).

con la stessa inflessibile serenità un po’ perplessa che ci contraddistingueva agli albori della “minimal” proposta da chi fino al giorno prima vestiva di dreadlock e stracci e professava il luddismo, assisteremo composti al compiersi di un altro viaggio senza meta.


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